Gli alberi formano in città il bosco urbano. La formazione della loro chioma spesso risente della posizione, perché il loro sviluppo è limitato dalla competizione con edifici, strade e altri individui arborei spesso radicati troppo vicini tra loro. La chioma quindi si organizza, si forma e si sviluppa coerentemente allo spazio a disposizione e alle condizioni atmosferiche, per garantirsi la maggior esposizione alla luce del sole, cioè al nutrimento.
Gli alberi soggetti a queste condizioni “limitanti” tendono ad assumere portamenti inclinati. Si discostano dagli edifici o da altri alberi per poi riassumere nelle parti apicali la loro naturale verticalità. E’ una strategia di adattamento.
Sono fenomeni “naturali” di perfetta sintonia con l’ambiente e che spesso possiamo osservare anche in un bosco. Passeggiando in un bosco in presenza di alberi schiantati o rami appesi non percepiamo disagio e sensazione di stato di pericolosità.
In città purtroppo questa strategia vincente viene temuta e vissuta come pericolo per persone e cose. Nel tentativo, a volte grottesco, di gestire gli alberi, si interviene con potature selvagge e indiscriminate. Queste pratiche, invece di migliorare la situazione, condizionano il fragile equilibrio degli alberi urbani, causano sbilanciamenti e facilitano la predisposizione a contrarre malattie (funghi e carie). Il risultato finale sono improvvise rotture di rami che cadono al suolo.
In città ciò non è possibile, la responsabilità di gestione, cura e manutenzione degli alberi è dovuta e necessaria per garantire ampi margini di sicurezza. Un albero maltrattato è pericoloso, malato, brutto. Non esistono alberi killer, ma alberi mal gestiti.
Alcuni interventi che li rovinano irrimediabilmente:
Su queste debolezze meccaniche incide con facilità il vento forte che spesso si abbatte sulle nostre città, lasciandosi dietro rami, branche ed alberi rotti e spezzati.